Vibonati-Villammare (frazione) abit. 3135; alt. m 110 s.l.m

 

Per chi viene dal mare e sale verso le alture, Vibonati si erge, mostrando i tratti dall’abitato medievale sormontato dalla chiesa di S. Antonio, eletta a santuario e meta dei pellegrini. È un sito ammantato di lucenti eventi storici, testimoniati da monumenti e rimanenze urbanistiche che resistono all’incedere del tempo. La sua origine risale ai Romani e alla Vibo ad Siccam di cui parla Cicerone? Oppure ai Fenici che giunsero da Tiro, tramandando ai posteri il nome Tirone, che oggi indica una località del paese? Dopo essere stata dei Longobardi e dei Normanni, che la cinsero di mura e torri, di cui restano squarci disseminati nel tessuto urbano, fu posseduta da illustri casate, tra le quali ricordiamo quelle dei Grimaldi, Sanseverino, Caraccioli, Carafa, a significare un sito invogliante per chi cercava territori e abitati sui quali esercitare una giurisdizione volta ad acquisire e diffondere potere a destra e a manca. Tali famiglie manifestarono per il luogo un interesse già espresso nei secoli precedenti dai monaci basiliani, che qui si stabilirono, iniziando le attività connesse alla concia delle pelli. Il settore si diffuse sempre più per alcuni secoli, determinando opifici e maestranze in grado di rendere famosa la comunità, che utilizzava, per il ciclo produttivo, l’allume di rocca, una materia prima derivante dall’Asia Minore. I valenti artigiani riuscirono anche a utilizzare il mirto per tale produzione, mostrando una attitudine per la ricerca e doti imprenditoriali per lo sviluppo dell’economia locale. La cittadina è stata nei secoli un vero polo industriale, impiegando mano d’opera in gran quantità.

Le famiglie gentilizie hanno lasciato nelle vie del paese palazzi e soprattutto portali sbalzati con decorazioni e fregi ricercati. Una passeggiata al centro consente di osservare resti di muri antichi e numerose chiese curate dalle congreghe che ancora oggi, a distanza di tempo, accompagnano le processioni e organizzano le festività religiose, spesso in competizione tra di loro. Ne sono un esempio i festeggiamenti in onore di S. Antonio, quando si accendono tra le fazioni agonismi sfrenati per presentare al pubblico i fuochi pirotecnici più spettacolari. Nell’occasione accorrono numerosi gruppi di appassionati da molte regioni del sud, attratti da un programma che promette … scintille.

Numerosi gli edifici religiosi si è detto, ma anche contenitori di spazi pregevoli e opere d’arte. Tutti da visitare perché costituiscono un piacevole itinerario. Non possiamo però non spendere qualche menzione per tanta magnificenza. Nella chiesa di S.Antonio brillano l’antico organo a canne del XVIII sec., un dipinto di scuola fiamminga, il coro, una lapide del 1143 conservata nella cripta. Se l’edificio avesse conservato le linee originarie, avrebbe mostrato il superbo aspetto romanico che con la fantasia si riesce a immaginare; invece la chiesa è stata oggetto di numerosi restauri ad opera della fede sempre viva della comunità verso il santo protettore. Segnaliamo nella chiesa della Trinità l’Incoronazione della Vergine, pregevole dipinto di Nicola Pecchenedda, e nella chiesa della Santissima Annunziata una scultura in legno raffigurante l’Annunciazione e una acquasantiera con una rana e un serpente scolpiti all’interno. Le altre chiese sono dedicate alla Madonna delle Grazie, a S. Giuseppe, a S. Rocco, all’Annunziata, a Santa Lucia, lontana dal borgo.

Il vanto del paese è la frazione di Villammare situata in riva al mare. Uno dei borghi marinari più belli della regione Campania e meta di turisti affezionati, che le fanno visita nella stagione estiva, rinnovando un amore ben radicato. Suggestiva la processione a mare per onorare la Madonna di Porto Salvo, illustre il Villammare Film Festival, ricco il programma delle iniziative culturali e di puro divertimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

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